Stereotipi da sfatare in tema di violenza

Famiglia e minori 20 Ottobre 2022
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L’esperienza di tanti anni mi ha insegnato che è molto difficile porre fine ad una relazione tossica e violenta: per il rapporto che si crea tra le due persone, tra vittima e violento, per il contesto di vita e le relazioni che li legano, per esempio con i figli, ma anche per i tanti pregiudizi di alcuni ambienti della nostra società.
Nella famiglia, sui posti di lavoro, e nelle aule civili, spesso la violenza viene negata, perché si vive di stereotipi, che non supportano le vittime di violenza, ma, anzi, condizionano le loro azioni.

Il 14 e 15 ottobre 2022 si è svolto presso l’Università degli Studi di Roma La Sapienza un convegno dedicato alla Riforma Cartabia per il diritto di famiglia. È una riforma epocale che riunisce tutti i giudizi in materia di famiglia: stesso tribunale, stesso giudice, stessa legge e stesso rito, secondo criteri di uniformità e razionalizzazione.
Mi azzardo a balbettare qualcosa solo perché, i giudici che l’hanno scritta ci hanno illustrato i principi e la struttura della riforma. Ho preso appunti e li condivido per temi.

Sfatiamo i falsi miti
Ho trovato interessante l’intervento della Dott.ssa Velletti la quale ha dato voce a quanto vediamo ogni giorno in tribunale e a studio, quanto semplificazioni e preconcetti possano creare falsi miti:
1. Un uomo violento con la compagna può essere un buon padre.
   FALSO!
2. Ci sono violenze e violenze alcune sono accettabili.
   FALSO! Che sia fisica, verbale, assistita, psicologica, economica, la violenza è sempre violenza.
3. Le donne quasi sempre mentono.
   FALSO! È vero, piuttosto, che le donne fanno fatica a denunciare perché spesso l’aggressore è il padre dei loro figli e perché denunciare significa portare alla luce la propria debolezza.
4. Terminata la relazione, termina la violenza.
    FALSO!
5. Terminata la relazione, la violenza si supera per sempre.
È possibile, ma sono necessarie chiarezza ed assunzione di responsabilità del violento il quale si deve curare.

Sarà nostro compito trasmettere alle nuove generazioni la speranza di relazioni paritarie nel quotidiano, a partire dal linguaggio.

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